La posta | Giorno 13

 









Il navigatore ci conduce tramite strette stradine di campagna, popolate solo da contadini con i loro trattori e qualche casa bassa tra le strade di terra.

Facciamo tutta statale memori di non avere più credito sulla HGS ed arriviamo a Zeugma per una sosta.

Qui è proprio dove sorgeva l'antica città della quale ieri abbiamo visto i meravigliosi mosaici; ora vi è un museo che ne racconta la storia, ma la parte migliore è una grande terrazza all'ombra, sulle rive del fiume Eufrate, ottima per rinfrescarci dopo la guida a quasi 40 gradi.

Da qui si vede il lago artificiale creato dalla diga nel 2000, costruzione che è a poche centinaia di metri da noi e ci lascia immaginare resti sottomarini di ville, colonne e portici.

Sull'altra sponda del fiume, un po' più a sud, ci addentriamo in un quartiere per cercare un ufficio postale, e ci troviamo varie volte ad affrontare sensi unici non indicati, traffico in doppia file, sorpassi sulla destra e manovre tra stretti vicoli che compongono un quartiere di palazzi poco curati, non sappiamo se per povertà o se a causa del terremoto dell'anno scorso.

Ad ogni modo le persone alla posta si fanno in 4 per noi: una signora ci indica dove prendere il numero e una guardia ci aiuta a scegliere il tasto giusto, che in turco diventa una scommessa.

Infine un addetto ci chiama ad uno sportello chiuso, facendoci passare davanti a tutti ed aiutandoci col suo inglese a pagare i pedaggi arretrati e a caricare la tessera per il futuro.

Torniamo al camper tra queste strade sporche, di immondizia, di vomito, di muri scrostati, con ragazzi in età scolare impolverati, seduti su rovine di muretti, intenti a far passare il pomeriggio.

Probabilmente è un quartiere popolare, la povertà ora che guardo meglio è evidente ma non abbiamo mai avuto l'impressione di dover avere paura di furti.

Saranno poveri ma ti danno tutto.

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