Sveglia relativamente presto, con l'arietta frizzante di montagna si ragiona meglio.
Prepariamo i documenti e studiamo le mappe, siamo pronti ad uscire dalla Turchia.
Inizialmente volevamo entrare dalla dogana sul mar nero, a Batumi, ma poi abbiamo deciso di entrare dal confine più a sud, vicino all'Armenia, perché fondamentalmente non c'è altro da vedere su questa strada, e comunque visitando la Georgia e poi l'Armenia dovremmo comunque tornare indietro per uscire.
Dall'Armenia non si può andare in Turchia.
Quindi il piano è: oggi faremo due dogane e visiteremo prima l'Armenia!
Percorriamo i pochi chilometri che ci separano dalla prima frontiera nel meraviglioso panorama di pascoli verdi e prati infiniti su queste cime che sembrano dolci colline, invece siamo a 2000 metri di altitudine.
Il confine con la Georgia è piuttosto rapido, sebbene al principio la donna incaricata del controllo sembri scocciata e ci chieda addirittura di vedere il numero di telaio del camper, che su questo modello è di difficile accesso, nascosto in un vano batterie.
Il controllo interno del camper è divertente, gli agenti sono incuriositi da tutto, aprono qualche armadio a caso, alzano i cuscini, poi chiedono dei due vini che abbiamo, li vogliono tirar giù dallo scaffale e leggono l'etichetta, poi fanno cadere qualcosa da varie antine e, forse imbarazzati, scendono dal mezzo.
In Georgia il panorama è simile a quello che abbiamo appena lasciato, ma si respira già aria di novità con i cartelli scritti in un altro alfabeto e alcune strade non asfaltate.
Questo angolo della regione è prettamente di agricoltori, incrociamo quasi solo trattori e le umili case hanno tetti di lamiera, cortili polverosi con oche starnazzanti e panni stesi in lunghi fili nelle aie.
Ci fermiamo nell'ultimo paese prima del confine armeno per uno spuntino, molti ristoranti sulla strada erano chiusi, questa sembra una panetteria con una vetrina piena di pizze, lamacun, altre specialità locali e non. Vedo anche degli hot-dog.
Nessuno parla inglese, chiediamo un menu' poiché vediamo una cucina nel retro dove sfornano altri piatti, ma ci rispondono che non c'è.
Ok.
Allora guardiamo dei monitor dove passano delle foto e con fatica facciamo delle foto al momento giusto per mostrargli cosa vogliamo: si chiamano xxxxx e sono dei ravioloni tipici georgiani, comunque li troveremo anche in Armenia, ma oggi vanno bene un paio di questi per stare leggeri ed affrontare la prossima dogana.
Il prezzo è ridicolo, nemmeno 3€ in totale.
Il confine con l'Armenia come dicevo, è stato invece lungo ed estenuante.
Al principio ci sono sempre degli agenti che ci indirizzano nelle file corrette, spiegano sempre che il passeggero, cioè io, devo scendere e proseguire a piedi, così io e Maury ci separiamo e a me tocca il controllo passaporto, lui invece deve passare in un ufficio per le pratiche del mezzo.
Quando io finisco la mia parte, lui è ancora al “casello” con un agente che gli fa spostare il camper varie volte, lo controllano dentro, fuori, sotto, poi lo pesano, poi col foglio delle 3,5 tonnellate ci mandano in coda per lo scanner a raggi X, cosa che vediamo essere riservata ai TIR.
Non ci sono altre auto in coda, non capiamo se ci sia una fila differente, nel dubbio stiamo dietro ai camion, ne avremo una ventina davanti.
Lo scanner parte ogni 5 minuti, lentissimo, quasi esasperante.
Un signore si avvicina e ci fa dei gesti che interpretiamo come: vai avanti, affiancati ad un tir e ti fanno passare, oppure entrate insieme nello scanner.
Lo facciamo, ma in realtà i camionisti ci suonano irritati, nessuno ci fa passare, e non c'è nessun addetto allo scanner a cui chiedere.
Perciò per non rifare la coda che nel frattempo è raddoppiata, preghiamo ogni camionista di farci passare, finché non troviamo uno di buon cuore: praticamente è quello che avevamo davanti nella coda iniziale.
Poi ci mandano all'ufficio “custom” dove si paga per l'importazione del mezzo e dove perdiamo altri 45 minuti perché l'impiegata non trova il nostro modello di camper nel database.
Ultima cosa da fare è l'assicurazione, che sembrava potesse essere fatta online, ma da qualche giorno tengo d'occhio il sito e non ha mai funzionato.
Tenta di far pagare di più a tutti.
Si può pagare solo in contanti , accetta qualsiasi valuta, così non si lascia traccia dei suoi sotterfugi ed è così che gli do' 32€.
Italia uno, Armenia zero.
Dopo quasi 3 ore finalmente usciamo da questa dogana e siamo in Armenia senza SIM perché ormai i negozi sono chiusi.
Prima tappa del viaggio a Gyumri, dove troviamo parcheggio nella piazza centrale e qui le wi-fi non mancano.
Ma di questa città ne parleremo nel blog della Armenia!
È bellissimo anche leggervi qui 🤗
RispondiEliminaBrava Mumina!!!belle descrizioni
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