Il retro di un paese in Cappadocia | Giorno 4









Non è stato il migliore degli spot, i camion hanno cominciato a transitare su questa statale prima delle 5 stamattina, e dopo un po' ci hanno svegliati.

Verso sud scopriamo un altro ramo del lago separato dal principale, che ha una forte presenza dell'alga che da' il colore rosa, quindi il panorama qui risulta coloratissimo, tra il verde dei campi e le sfumature indaco e fucsia dell'acqua.

Non so se ci sia uno spot dove fermarsi qui, se ci fosse sarebbe molto meglio dell'altro, ma suppongo che le rive paludose impediscano ai veicoli di avvicinarsi.

Guidiamo fino a Selime, già parte della Cappadocia, perché ormai oggi è domenica e vorremmo vedere qualcosa prima di tornare a Mersin.

Proprio perché è domenica troviamo molto turismo all'inizio di Selime, i pochi parcheggi sono a pagamento e dall'altra parte della strada ci sono una quantità di pullman che quasi coprono la visuale.
L'ingresso alla “cattedrale” costa 15€ a testa, ma con i 3€ del parcheggio siamo giá soddisfatti, perché riusciamo ad addentrarci nel paese e a vedere le stesse cose in solitudine.

Incontriamo qualche gallina e un negozio di kilim, i famosi tappeti, ma è una rivendita perciò costano molto più che a Konya, dove consigliamo di comprarli.

La “cattedrale” è un edificio se così si può chiamare, scavato nella roccia e comprende colonne ed archi, in vari ambienti che oggi sono collegati da delle passerelle; dall'esterno vediamo la gente in fila indiana che cammina dentro e fuori dalle rocce, come stesse scavando un gruviera.

La parte più spettacolare secondo noi, è pero' quella esterna.

Si rimane a bocca aperta già arrivando dalla strada principale, quando si iniziano a vedere questi coni di terra, che Maury subito paragona a delle matite temperate.
Avvicinandosi si scoprono i dettagli di queste forme disomogenee, di altezze diverse e con aperture di varie forme, più a meno scavate, che custodivano abitazioni e chiese.
Tra l'erosione degli agenti atmosferici e l'azione dell'uomo per costruire dei ripari all'interno, queste rocce nell'insieme hanno davvero un aspetto fiabesco.
Le visitiamo da dietro, dalla strada laterale appunto, scoprendo che alcune di queste entrate sono ancora utilizzate.

Questo posto sarebbe ideale per fermarsi un paio di giorni, vediamo una strada di fianco al fiume che è consigliata da tutti per campeggiare, infatti ci sono molte auto di local che fanno il picnic domenicale.

Pero' oggi vorremmo vedere anche Ilhara, la parte sud di questa zona, e non abbiamo proprio il tempo di godercele.
Perciò passiamo alla seconda visita della giornata, arrivando ad un altro parcheggio, se possibile ancora più stretto e pieno del precedente, tanto che sono costretta a scendere da sola per guardare giù nella strada laterale che brulica di gente in discesa e in salita.

Si apre un panorama spettacolare, un enorme canyon con un fiume in basso, coperto da una fitta vegetazione, con pareti di roccia alte decine di metri, che si snoda per vari chilometri.

Chi si vuole avventurare fino a valle troverà una bella passeggiata al fresco, ma io torno da Maury che ha dovuto nel frattempo fare manovra da solo.

Riusciamo a fermarci nella seguente ansa del canyon, ma solo in alto sulla statale, il un bar che ha una bella vista ma non ha sentieri per scendere. Approfittiamo del panorama bevendo una spremuta di arancia e pompelmo.

Anche qui meriterebbe una sosta di un giorno o due per fare la passeggiata lungo il fiume e possibilmente avremmo scelto uno dei vari campeggi a pagamento segnalati su park4night.

Ma come dicevo, si prosegue ancora un po' perché domani dobbiamo essere a sud.

Ci fermiamo a Nigde solo per cercare la farmacia di turno perché la mia allergia è fuori controllo, ma per la notte preferiamo un piccolo paese fuori città, esattamente nel parcheggio del suo cimitero, da dove domani partiremo per un'altra interessante visita.


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