Non
è stato il migliore degli spot, i camion hanno cominciato a
transitare su questa statale prima delle 5 stamattina, e dopo un po'
ci hanno svegliati.
Verso
sud scopriamo un altro ramo del lago separato dal principale, che
ha una forte presenza dell'alga che da' il colore rosa, quindi il
panorama qui risulta coloratissimo, tra il verde dei campi e le
sfumature indaco e fucsia dell'acqua.
Non
so se ci sia uno spot dove fermarsi qui, se ci fosse sarebbe molto
meglio dell'altro, ma suppongo che le rive paludose impediscano ai
veicoli di avvicinarsi.
Guidiamo
fino a Selime, già parte della Cappadocia, perché ormai oggi è
domenica e vorremmo vedere qualcosa prima di tornare a Mersin.
Proprio
perché è domenica troviamo molto turismo all'inizio di Selime, i
pochi parcheggi sono a pagamento e dall'altra parte della strada ci
sono una quantità di pullman che quasi coprono la visuale.
L'ingresso
alla “cattedrale” costa 15€ a testa, ma con i 3€ del
parcheggio siamo giá soddisfatti, perché riusciamo ad addentrarci
nel paese e a vedere le stesse cose in solitudine.
Incontriamo
qualche gallina e un negozio di kilim, i famosi tappeti, ma è una
rivendita perciò costano molto più che a Konya, dove consigliamo di
comprarli.
La
“cattedrale” è un edificio se così si può chiamare, scavato
nella roccia e comprende colonne ed archi, in vari ambienti che oggi
sono collegati da delle passerelle; dall'esterno vediamo la gente in
fila indiana che cammina dentro e fuori dalle rocce, come stesse
scavando un gruviera.
La
parte più spettacolare secondo noi, è pero' quella esterna.
Si
rimane a bocca aperta già arrivando dalla strada principale, quando
si iniziano a vedere questi coni di terra, che Maury subito paragona
a delle matite temperate.
Avvicinandosi
si scoprono i dettagli di queste forme disomogenee, di altezze
diverse e con aperture di varie forme, più a meno scavate, che
custodivano abitazioni e chiese.
Tra
l'erosione degli agenti atmosferici e l'azione dell'uomo per
costruire dei ripari all'interno, queste rocce nell'insieme hanno
davvero un aspetto fiabesco.
Le
visitiamo da dietro, dalla strada laterale appunto, scoprendo che
alcune di queste entrate sono ancora utilizzate.
Questo
posto sarebbe ideale per fermarsi un paio di giorni, vediamo una
strada di fianco al fiume che è consigliata da tutti per
campeggiare, infatti ci sono molte auto di local che fanno il picnic
domenicale.
Pero'
oggi vorremmo vedere anche Ilhara, la parte sud di questa zona, e non
abbiamo proprio il tempo di godercele.
Perciò
passiamo alla seconda visita della giornata, arrivando ad un altro
parcheggio, se possibile ancora più stretto e pieno del precedente,
tanto che sono costretta a scendere da sola per guardare giù nella
strada laterale che brulica di gente in discesa e in salita.
Si
apre un panorama spettacolare, un enorme canyon con un fiume in
basso, coperto da una fitta vegetazione, con pareti di roccia alte
decine di metri, che si snoda per vari chilometri.
Chi
si vuole avventurare fino a valle troverà una bella passeggiata al
fresco, ma io torno da Maury che ha dovuto nel frattempo fare manovra
da solo.
Riusciamo
a fermarci nella seguente ansa del canyon, ma solo in alto sulla
statale, il un bar che ha una bella vista ma non ha sentieri per
scendere. Approfittiamo del panorama bevendo una spremuta di arancia
e pompelmo.
Anche
qui meriterebbe una sosta di un giorno o due per fare la passeggiata
lungo il fiume e possibilmente avremmo scelto uno dei vari campeggi a
pagamento segnalati su park4night.
Ma
come dicevo, si prosegue ancora un po' perché domani dobbiamo essere
a sud.
Ci
fermiamo a Nigde solo per cercare la farmacia di turno perché la mia
allergia è fuori controllo, ma per la notte preferiamo un piccolo
paese fuori città, esattamente nel parcheggio del suo cimitero, da
dove domani partiremo per un'altra interessante visita.
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