Nicosia come Berlino











Siamo nell'unica capitale ancora divisa da un muro. La sensazione quando ci si avvicina agli sbarramenti in fondo ad ogni via è inquietante. Normalissime vie, una volta piene di vita e commerci, interrotte a metà dal muro alzato dopo la guerra del 1974, lasciano il centro storico diviso nettamente in due, dove la parte sud è prosperata e progredita, mostrando locali alla moda e palazzi nuovi.

La parte nord è visitabile attraversando un valico pedonale, dove una dogana ci scansiona i passaporti e ci lascia entrare con le bici. Passato questo punto di scambio ci sono ancora alcuni locali di ristorazione e souvenir, nonché un mercato coperto, ma qui si paga in lire turche e le moschee stanno già chiamando la preghiera.

più avanti le vie diventano meno mantenute, le case sempre più povere e i quartieri sempre più devastati. Non tutto è stato restaurato dopo la guerra.

Le zone vicine al muro sono le più inquietanti, ci sono case ed attività quasi divise a metà, o comunque separate dall'oggi al domani dai loro vicini, dai numeri civici successivi.

Sul muro c'è in aggiunta del filo spinato, e dei cartelli rossi con il divieto di passaggio, pena la fucilazione.

Insomma, una situazione irreale, che fa ricordare immediatamente Berlino, prima dell'abbattimento del muro.

Visitiamo una interessantissima struttura attualmente adibita a ristorazione, un portico quadrato su due piani con al centro una moschea, che era nel 1500 il più grande caravanserraglio di Cipro.

La chiesa gotica medievale con annessa moschea è in ristrutturazione, ma comunque la cosa bella è pedalare e perdersi in tutte queste stradine che alla fine non portano mai da nessuna parte, se non al muro.

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