Come Indiana Jones | Giorno 5

 









Un silenzio irreale davanti a queste strane rocce ci invita alla contemplazione.

Siamo a Gumusleri, piccolo paese nell'entroterra turco, al limitare sud dell'altipiano della Cappadocia. Ieri abbiamo trovato un isolato spot per la notte costeggiando una via in salita, che alla nostra sinistra presentava le classiche formazioni rocciose della zona, che in passato venivano scavate per ricavarne abitazioni, magazzini, case, templi e tutto ciò che costituiva alla fin fine, una città.

Essendo una zona compresa in un parco pubblico, gratis e senza alcun “tiradentro”, decidiamo che vale la pena visitarle, visto che ieri abbiamo saltato il giro all'interno di Selime poiché troppo turistico e oggi di contro ci troviamo qui completamente soli.

Le formazioni all'esterno sono meno spettacolari di quelle di ieri perché non hanno le “punte di matita” come le abbiamo battezzate noi, ma sono comunque incredibili nella loro irregolarità di questa pietra scavata sia dall'uomo che dal tempo, in forme morbide, quasi a sembrare dei castelli di sabbia bagnata.

All'interno troviamo stanze e cunicoli di varie grandezze, di alcune delle quali si intuisce la funzione principale, se stalle o stanze dove fare il fuoco.
Quasi tutto è collegato dall'interno in percorsi che salgono e scendono anche a vari livelli.

Dopo aver saltellato su e giù per varie di queste formazioni, andiamo alla porta a lato del parco che riporta il cartello “monastero di Gumusler”.

Qui si paga un biglietto di 3€ e si entra senza guida.
Ci sono alcuni segnali di pericolo, per evitare di mettere i piedi in qualche buco o scivolare sul suolo storto, che in effetti è fatto di terra e roccia scavata a mano, pertanto non ha una pavimentazione regolare.

Inoltre ci sono dei profondi buchi anche di decine di metri chiusi alla bell'e meglio con delle ringhiere appoggiate sopra, che ora sono diventati come i pozzi dei desideri, dove i turisti stranieri buttano monete che si accumulano sul fondo.

Nota: sono solo monete da euro, non ci sono monete turche.

Passata la prima galleria ci ritroviamo in uno spiazzo quadrato, aperto verso il cielo, che ha qualcosa di magico.

E' un'architettura mai vista, che ci lascia a bocca aperta guardando le quattro pareti dritte scavate a mano, con ancora i segni degli scalpelli.

Al centro c'è una specie di altare quadrato con resti di capitelli o pietre decorate, al suolo ci sono dei buchi allungati che sembrano tombe, e le pareti hanno dei motivi che sembrano un misto tra il preistorico e il bizantino.
Buchi tondi regolari alla stessa altezza, colonne e archi in bassorilievo, forme quadrate scolpite nella parete opposta, dettagli incredibili che ci fanno sentire trasportati in un altro tempo.

Ai lati di questo quadrato si aprono delle entrate alle stanze attigue, dove ci infiliamo letteralmente, avendo alcune di esse dei pavimenti larghi come un solo piede e alle spalle la larghezza per far entrare Maury solo contorcendosi un po'.

Una luce indica una ripida discesa dove potrei entrare solo io, con il suolo che sembra uno stretto scivolo di terra e sabbia, con pareti irregolari alle quali devo aggrapparmi per stare in equilibrio mentre giro il busto per far entrare le spalle lateralmente.
Dopo qualche metro desisto perché il cunicolo si fa sempre più piccolo ed impervio, ma la stanza dove mi aspetta Maury è più ampia e ha una colonna a forma di clessidra al centro, che ci fa credere di essere in un film di Indiana Jones.

La stanza più fotografata ha un tablet che spiega ciò che si vede data l'importanza che ricopre: 4 colonne cilindriche, anch'esse scalpellate a mano e alcune nicchie, il tutto ricoperto da affreschi in stile bizantino. Sono molto scuri, sui toni del nero ed oro, ma i disegni della madonna e di Gesù bambino con gli arcangeli sono incredibili, così come un'altra immagine che loro chiamano “Maria sorridente” ovviamente perché ha una faccia serena, un po' stile sorriso della Gioconda.

Alla fine restiamo ancora vari minuti nella parte quadrata centrale, finché una scolaresca se ne va e ci lascia di nuovo nel silenzio di prima, lasciandoci seduti sull'altare centrale ad assimilare cosa abbiamo appena visto.

E' ora di continuare il viaggio verso Mersin, città che non avevamo intenzione di visitare ma che si rende tappa obbligatoria per andare a prendere la serratura nuova nel negozio di camper.

Dopo aver attraversato una catena montuosa scendiamo verso la costa ed il clima diventa torrido, anche oggi pomeriggio nuvole ed umidità la fanno da padrona.

Al negozio inizia la seconda avventura della giornata, ovviamente, ma che ve lo dico a fare?! Il pezzo arrivato è sbagliato.

La chiusura dovrebbe avere un supporto ad L e questa non ce l'ha, ma nemmeno telefonando alla casa madre l'impiegata cava un ragno dal buco, poiché dall'altra parte del telefono le dicono che il pezzo che hanno è solo quello e che dobbiamo farcelo andare bene.
Stiamo quasi per andarcene quando arriva l'idea: usare il supporto vecchio, con la parte superiore nuova. Se le misure lo consentono non saremo costretti ad aspettare un altro pezzo per 4 giorni.
Maury misura, guarda e riguarda, avvicina la serratura nuova alla vecchia e pare proprio essere compatibile, quindi paghiamo e ce ne andiamo su una strada lungomare un po' fuori dal centro per provare a fare il lavoro.

La zona è tranquillissima, non passano molte auto e siamo su un ampio marciapiede ciclabile e pedonale, attiguo ad un grande giardino, perciò riusciamo a tirar fuori tutti gli attrezzi e in 10 minuti Maury fa la magia, abbiamo la serratura nuova!

Cioè...quasi. Va montata con due rivetti che al momento non abbiamo ma domani rimedieremo.

La sera il parco si popola di gente che apparecchia con sedie e tavoli e mangia in gruppi proprio davanti a noi, ma siamo troppo stanchi oggi per fare lo stesso, chiudiamo la giornata sedendoci su qualche panchina e guardando una gatta con i suoi micini che giocano sugli scogli, aspettando che le temperature ancora estive calino per andare a dormire.

Commenti

  1. Marina devi fare un diario di viaggio e pubblicarlo!!!!🦉🦉🦉🦉

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