Col carretto in autostrada… | Giorno 6







Non siamo riusciti a capire come si chiamino in turco le ferramenta.

Non esistono centri commerciali né Brico né altri negozi di fai da te.

I due rivetti che ci servono non sappiamo proprio dove comprarli e quindi chiediamo aiuto a dei giardinieri del comune, facendogli vedere dei rivetti più piccoli, finché dopo essersi consultati tra di loro, ci mandano da un meccanico.

Finiamo con le loro indicazioni in una zona di officine e ricambi auto, effettivamente li troviamo qui, anche se non sono proprio della misura giusta.

Prendiamo l'autostrada di nuovo, per tornare in Cappadocia e proseguire la visita di uno dei posti più spettacolari al mondo.

La strada è la stessa di ieri, dal livello del mare arriviamo a 1300 metri, tra curve e salite con pendenze che costringono vari camion ad accostare a bordo strada. Per il resto è un'autostrada mal asfaltata, già vista ieri e quindi noiosa, anche se oggi la temperatura rimane oltre i 30 gradi.

Ci fermiamo verso mezzogiorno in un'area di sosta (si chiamano “Park Alani” oppure “tesisleri”) per riposare e mangiare un'insalata veloce, approfittando anche delle bancarelle presenti per dare un'occhiata all'artigianato locale.

Scollinando in Cappadocia si apre il panorama di ieri, una grande pianura in quota, con campagne e terreni coltivati. Sono tutti contadini qui, per la maggior parte incrociamo trattori e le fontane d'acqua non mancano.

Il turismo si è sviluppato relativamente recentemente, quando dagli anni '90 hanno avuto un importante afflusso di europei che arrivavano per visitare le formazioni di Goreme, hanno iniziato ad aprire le loro case per ospitare i viandanti, scoprendone poi il business ed iniziando lo sviluppo turistico di alloggiamenti e biglietti per pagare qualsiasi cosa.

La cittadina dove ci dirigiamo si chiama Derinkuyu ed è famosa per ospitare la città sotterranea più grande al mondo.

Anche i parcheggi sono tutti a pagamento, tranne quello davanti al parco municipale, che è dove ricade la nostra scelta, insieme ad altri viaggiatori francesi che hanno posizionato qui le loro tende e biciclette.

A parte un uomo che è venuto a battere sulle nostre fiancate a mezzanotte urlando “sigar!” la notte è passata tranquilla, e non abbiamo capito se volesse venderci sigarette oppure ne volesse in regalo, in entrambi i casi non fumiamo.

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