Il paddle board e il centro isola







L'ultima settimana è stata come una vacanza estiva, di quelle rilassanti dove non hai alcun piano ne' obblighi, nessun orario forzato, niente appuntamenti o escursioni obbligate.

Semplicemente relax e lasciar scorrere il tempo facendo solo quello che ti viene in mente, che comunque è a tratti difficile al giorno d'oggi, dove siamo sempre abituati a chiederci cosa facciamo dopo. Cosa si mangia stasera? Dove andiamo domani? Cosa facciamo oggi pomeriggio?

E abituati a pianificare sempre il viaggio giorno per giorno è strano trovarsi senza dover studiare mappe ed itinerari.

Pero' non manca molto per chiudere questa parentesi cipriota, abbiamo visitato quasi tutta l'isola ad eccezione della capitale, ma abbiamo ancora una settimana prima del nostro volo.

Non abbiamo avuto molte interazioni questa settimana, poiché in questa parte dell'isola molto turistica ci sono pochi autoctoni disposti ad interessarsi agli stranieri.

Solo un appassionato di camper ci ha avvicinati, scorrendo varie foto sul suo telefono per farci vedere l'ARCA che ha comprato in Inghilterra, che ha dovuto imbarcare ad Atene per non passare dalla Turchia, che non gli avrebbe consentito l'importazione.

Lui stesso mi ha anche prestato il suo paddle board, che ho provato con curiosità in una giornata nella quale non c'era nessuna onda, ma dopo un po' di faticose remate e due cadute nell'acqua gelida ho ritenuto sufficiente la prima lezione.

Così come è venuto naturale fermarsi in un posto comodo e godersi la vita di mare, che in effetti è stata spettacolare date le temperature estive arrivate negli ultimi giorni e grazie al vento che ha finalmente girato smettendo di soffiare contro la costa, così viene naturale oggi cercare nuove esperienze e nuove cose da scoprire.

Partiamo alla volta del centro dell'isola, non prima di aver fatto acqua ad una fontana dove conosciamo Costantino, un signore con un pickup pieno di bottiglie vuote da 5 litri nel cassone che è alla fontana prima di noi.

Le riempie una per una, desbordando per qualche secondo e lasciando una piccola piscina nel pianale del suo mezzo, la pressione è quella che è e ci mettiamo in coda ad attendere. Nel frattempo facciamo due chiacchiere e si conferma la natura estremamente gentile ed ospitale di questo popolo.

In particolare scopriamo che Costantino ha 83 anni, portati molto bene, ogni giorno viene a prendere l'acqua per l'orto, che questa delle fontane è gratis, dice, cosi' sua moglie puo' bagnare bene tutte le piante.

Parla perfettamente inglese, anche lui viene da Cipro nord e si considera un rifugiato, dato che è dovuto scappare da Famagosta.

Ci racconta che la moglie è tornata la', come tanti fanno, a vedere la sua casa abbandonata, ed ha chiesto ai militari di portare via un tavolino appartenuto alla madre, per affetto e per ricordo, ma le hanno negato il permesso.

Ci fa un trattato di politica internazionale mentre mette la canna nel nostro serbatoio, per non farci attendere fino alla fine delle sue 100 bottiglie, e ci invita alla sua fattoria per un caffè e per riposare.

Ringraziamo educatamente e in un futuro ci piacerebbe tornare e chiedere di lui in paese, d'altra parte Episkopi è un piccolo villaggio, con questa dialettica sicuro che lo conoscono in molti.

Proseguiamo così lasciando la costa ed attraversando l'isola in una statale che va da sud a nord, attraversando zone montuose che promettono aree escursioni, passeggiate, vigneti e cascate, sicuramente perfette d'estate per staccare un po' dal solito mare.

Ci fermiamo a visitare uno di questi paesini rurali, Kakopetria, che significherebbe “brutta pietra” in greco, anche se non ne capisco il motivo dato che la via storica ospita delle case in pietra davvero originali.

Poi proseguiamo verso Nicosia in un pomeriggio torrido, costeggiando tutta la zona verde controllata dalle nazioni unite, nella quale si trova anche il vecchio aeroporto ormai abbandonato, arrivando alla capitale prima del tramonto, giusto in tempo per sistemarci in un parcheggio gratis sui bastioni veneziani.

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