Dal Lago di Salda alla laguna…




Febbraio ci accoglie con una mattinata sottozero: ci sono meno 4 gradi.

Per fortuna Maury si è svegliato alle 5 ed ha acceso il cinebasto, così alle 8 abbiamo una temperatura interna che ci consente di uscire dal piumone.

Siamo finiti a dormire in una foresta.

Siamo a 1300 metri di altitudine, in un bosco di conifere, sulle rive del lago Salda.
Nonostante il clima montano, sono stata proprio io a decidere di venire qui! Avevo letto di questo lago particolare, il cui fondale è fatto di rocce di magnesio, che sono bianchissime e donano all'acqua un colore turchese di mille sfumature caraibiche.

Così ci vestiamo e andiamo a fare due passi sulla riva, anch'essa bianchissima ed approfittiamo di questo panorama per fare un volo con il drone. Non ci sono ostacoli ne' persone e godiamo di questo panorama lunare in completo silenzio.

Prima di ripartire diamo da mangiare e da bere a una simpatica cucciolata di cani randagi che vivono nei pressi del parcheggio dove siamo.

Poi partiamo alla volta del sud, per sfuggire finalmente a questo freddo invernale. Sappiamo che in costa ci sono delle temperature più primaverili, soprattutto di notte non si scende sotto lo zero.

Attraversiamo una catena montuosa e grandi vallate, incorniciate da alcune vette innevate di fresco: il panorama è mozzafiato.

A metà strada scegliamo un paesino con una pompa di gasolio meno cara delle altre, il prezzo dei carburanti sale ogni giorno da quando siamo entrati in Turchia.

Dopo aver fatto il pieno di "motorin" ci fermiamo per pranzo in un piccolo bar di paese, uno di quelli che espone i cartelli coi nomi dei piatti; oggi infatti vorremmo mangiare il "kokorec", ovvero un panino con le interiora di agnello grigliate. Le avevamo già provate e ci erano piaciute, ma questa carne viene cotta su dei lunghi spiedi per ore, e da quello che capiamo nella conversazione con il proprietario, lui non ne ha preparati oggi.

Ci offre altre possibilità, dice due nomi di piatti che ancora non conosciamo e, anche se non abbiamo idea di cosa siano, gli diciamo di sì.

Ci sediamo fuori, su un tavolo con una tovaglia di velluto marrone che ha visto i tempi di Ataturk, e poco dopo ci arrivano dei panini con diversi tipi di carne. Pranzo veloce, buono ed economico, possiamo ripartire.

Arriviamo alla laguna di Mavi che è tardo pomeriggio e notiamo subito come la zona sia molto sfruttata per il turismo: il posto brulica di hotel, costruzioni, appartamenti, locali e per la prima volta vediamo moltissimi cartelli con scritte in inglese. La natura esuberante di questa costa è stata un po' sopraffatta dall’attività umana e questo, unito al fatto che tutti i parcheggi sono a pagamento, lo rende un posto poco ospitale per i camper.

Ad ogni modo troviamo un parcheggio vicino al depuratore d'acqua, ci sono già altri camper e decidiamo di dare una possibilità a questa cittadina che visiteremo domani.

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