La civiltá Licia




Stamattina si riparte con un nuovo intento: scoprire meglio questa zona che fu culla della civiltà Licia.

Giuro che nemmeno dalla scuola avevo ricordi di questo nome, ma lo ammetto, a scuola proprio storia era l'unica materia che non mi piaceva. Non riuscivo a ricordare date, posti o nomi di re succedutisi.

Invece ora mi interessa, forse perché visitando un posto voglio capire di più su una determinata cultura, così ogni volta che proseguiamo nel viaggio, studio.
Studio geografia, studio geologia, studio meteorologia, e studio anche storia.

Quindi oggi ci fermiamo a vedere le rovine di un antica città di nome Xanthos. Da qui in poi si susseguiranno una serie di siti archeologici che testimoniano la presenza di questa civiltà tanto antica quanto misteriosa. Dei Lici non si sa molto, ad esempio non si sa che lingua parlassero prima che venisse soppiantata dal greco.

Pero' hanno lasciato delle testimonianze della loro religione che sono uniche al mondo: le tombe dei Lici.

Costruivano i monumenti funerari in due modi, uno era un sarcofago di pietra riccamente decorato ma di ridotte dimensioni posato su una colonna piuttosto alta, l'altro era scavare delle tombe nelle pareti delle falesie, incorniciando le aperture con colonne quasi fossero templi.

Le parti principali di questo sito archeologico sono proprio sulla strada, basta accostare per vedere un teatro non molto grande e il sarcofago su colonna meglio conservato di tutta la zona.

Interessante questo tipo di reperto archeologico mai visto prima e ovviamente unico al mondo.

Proseguiamo in direzione di Patara, altra cittadina che conserva dei resti archeologici, individuiamo uno spot dietro a delle dune e seguiamo la strada che ci indica il navigatore.

Passiamo in un piccolo paesino di case basse e strade strette, quando leggiamo "gozleme" ovvero un altro piatto tipico che volevamo provare e finalmente ne abbiamo l'occasione, quindi ci fermiamo a bordo strada e finiamo in un bar in cui una signora dal turbante colorato ci prepara queste specialità proprio in una finestra davanti a noi, stendendo un impasto finissimo e cuocendolo su una padella convessa.

Ci ricordano un po' la piadina e facciamo vedere alla signora varie foto della specialità italiana.

Poi proseguiamo fino alla nostra destinazione finale, che ci lascia davvero a bocca aperta.

Non si capiva dalla mappa l’immensità di questo posto, siamo sopra ad una grande duna di sabbia dorata, in un parcheggio nascosto da pini ombrosi, e davanti a noi la duna scende digradando verso il mare, ma non prima di aver creato altre gobbe di sabbia, che sembrano non finire mai.
Il mare è davvero lontano da noi.

Ci godiamo un bel tramonto seduti sulla sabbia fino a che il vento freddo ci costringe a rientrare in camper.


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