Notte super silenziosa anche qui. Devo dire che si contano sulle dita di una mano le notti che siamo stati disturbati.
Partenza prestissimo perché il sole sorge dal mare, proprio davanti a noi, e in men che non si dica illumina il camper dalla parte frontale, rendendo il letto basculante una zona simile a un forno a microonde.
In questi casi balziamo in piedi senza fatica, facciamo colazione ed approfittiamo in pieno della giornata, che prevede un bel po' di cose da fare.
Per prima cosa andiamo a visitare Famagosta, nella parte del centro storico ci sono molte chiese in stile gotico e questo, unito al fatto che sono quasi tutte in rovina, dona alla città un fascino un po' decadente. Un giro a piedi fino ai bastioni è d'obbligo, così come entrare nella vecchia cattedrale adibita a moschea, tanto anacronistica fuori col minareto sopra alla guglia di sinistra, quanto all'interno con l'immenso tappeto tipico dei luoghi di preghiera islamici in mezzo agli archi acuti delle tre navate.
Si può immaginare il passato in cui i mercanti di tutta Europa vivevano qui per commerciare con l'oriente oro, spezie e incensi.
Verso sud invece, si sviluppa una parte della città relativamente nuova, nata negli anni '60. Qui con l'avvento del turismo di massa, era iniziata la costruzione di nuove zone piene di locali, botteghe, commerci ma soprattutto palazzine e hotel, esattamente come molti hanno visto succedere nelle proprie città.
D'altra parte questa è considerata la spiaggia di Famagosta, quindi per venire a nuotare si viene qui, e il panorama merita tutta la fama che questo luogo di villeggiatura si stava guadagnando, con un mare color acquamarina intenso e la sabbia fine e dorata.
Noi in particolare associamo subito questo posto a Marbella, dove la tempistica è stata la stessa e vecchie foto della città rivelano l'evoluzione dell’urbanistica lungomare, con molte strutture con più di 10 piani sorte proprio dagli anni '70 in poi.
Ma qui si è fermato tutto nel 1974.
Da lontano può sembrare una città normale ma avvicinandosi si capisce che è una città fantasma.
Nella zona si entra da un tornello posto di fianco a una guardiola militare. Tutto è controllato ed è pieno di videocamere.
Il percorso che si può seguire è segnalato ed obbligato, non c'è modo di vedere strade secondarie, la via principale è percorsa da decine di turisti anche in bicicletta o monopattino.
A parte i turisti appunto, tutto il resto è deserto. Case, negozi, ristoranti, botteghe, hotel, condomini, ville....qualsiasi cosa è rimasta a 50 anni fa quando i turchi hanno invaso la parte nord dell'isola e i greci-ciprioti sono dovuti scappare al sud.
Guardando queste case, queste finestre rotte, queste piante che hanno preso possesso delle vie secondarie e le ragnatele che avvolgono gli infissi o i balconi, non posso non pensare alla gente che abitava qui. Persone come noi che avevano la loro vita qui, i loro sogni, il loro futuro, oppure che avevano i loro investimenti qui... Tutto finito.
Sono rimasti anni aspettando che la situazione si sbloccasse ma non è successo ed hanno perso tutto quello che avevano.
Chissà se qualcuno di loro o i loro figli è venuto qui in visita ora che è di nuovo una zona turistica, non per loro, ma per gli stranieri che come noi vogliono vedere per capire meglio la storia.
La giornata di sole splendente rende questo posto meno spettrale di come lo immaginavo, e anche la quantità di gruppi con guide turistiche non quadra con il luogo, comunque è un pezzo di storia e siamo qui per questo.
Dopo pranzo andiamo ulteriormente a sud, decisi a passare il checkpoint di Derynia, ovvero l'ultimo dei 7 passaggi "doganali" per entrare nella parte greca.
Agenti gentilissimi ci timbrano i passaporti e spiegano come fare per il ritorno: abbiamo tempo fino al 12 maggio.
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