Demre e le caretta-caretta

 



Ci sveglia la pioggia, esattamente come promesso dal meteo. Per fortuna non dura molto e ci sono comunque 18 gradi, cosa che ci permetterebbe di andare a visitare il sito archeologico di Myra, che è uno dei posti nella parte alta della mia lista di cose da vedere. Purtroppo il mal di schiena è peggiorato e non riesco a camminare: avrei dovuto accettare quelle famose fasce lombari che mi aveva offerto una ditta ortopedica... ridiamo per non piangere.

Restiamo a goderci la calma di questo molto, con alcuni pescatori che vanno e vengono su vecchie auto stile Fiat 128, oppure su motorini adibiti al trasporto attrezzatura, con cestini e canne da pesca legate in qualche modo alle selle sgangherate.

Decidiamo di andare in cerca di tartarughe appena l'antidolorifico fa effetto, portandoci dietro un po' di lattuga. Ma poi le tartarughe marine apprezzeranno la verdura? Non sappiamo, ma ci avviciniamo fiduciosi all'acqua.

Il mare in questo tranquillo molo è trasparente e si vedrebbe lontano se ci fosse il sole; buttiamo qualche foglia di insalata qua e la' ma suscitiamo l'interesse solo di alcuni pesci e forse dei passanti che si chiederanno cosa cerchiamo di fare con un cespo di lattuga nel porto.

Intanto passeggiamo tra le poche barche ormeggiate e alla fine veniamo ricompensati per l'attesa, una tartaruga sbuca con la testa più volte davanti a noi, un po' a destra e un po' a sinistra, fin quando si decide ad avvicinarsi facendo una bella nuotata intorno alle barche, permettendoci così di vederla più da vicino.
Una più grossa nuota verso il largo, più lontano dalla riva e capisco come mai abbiano tanto successo tra i turisti le barche con il fondo di vetro.

Tra queste due nuotatrici e le impronte viste l'altro giorno tra le dune, ci riteniamo molto soddisfatti di questa "caccia alla tartaruga" invernale.

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