Picnic con spazzatura




Che nottata.

Così, senza punti esclamativi, ne' preamboli, giusto per informarvi subito che non è andata proprio benissimo.

Ieri sera è passata la "jandarmeria" ovvero la polizia, diverse volte ma senza mai dire una parola; credevo controllassero che non ci fossero falò pericolosi o ubriachi molesti.

Siamo andati a dormire verso le 23:30 e c'erano ancora moltissime auto di pescatori lungo la baia, tutti con attrezzatura per la pesca in notturna.

Poco dopo l'una di notte ci svegliamo di soprassalto a causa della volante che passa con le sirene spiegate di fianco a noi e alle altre auto.

Maury scende dal letto basculante con un salto e si infila una maglia, mentre io sbircio fuori dalla tenda. Vedo una pattuglia con le luci accese che si ferma davanti a noi e scende un agente.
Infatti in pochi secondi sentiamo bussare e Maury è già pronto ad aprire la porta.

Parlano un po' di inglese, giusto per salutare e poi con un traduttore sul cellulare ci scrivono che non si può stare qui, perché c'è un rischio di "inondazione".

Chiediamo se si può stare sulla strada e gentilmente ci dicono di si, quindi la strada da fare mentre siamo ancora assonnati e tachicardici è breve.

Inutile raccontarvi che stamattina al risveglio la sabbia era ancora perfettamente asciutta e non c'è stato nessuno tsunami!

Comunque in questi casi c'è poco da ribattere, devi spostarti.
Dopo aver ripreso un po' di coscienza con la colazione ci spostiamo esattamente dove eravamo ieri.

Approfittiamo della bella giornata per mangiare fuori e poi facciamo due passi raccogliendo l'immondizia che tutte queste auto lasciano dopo aver fatto il picnic. Scopriamo che anche qui le lattine di birra sono quelle che vanno per la maggiore e al secondo posto i sacchetti vuoti sotterrati, perché dopo aver mangiato loro buttano i residui così, infilandoli sottoterra sperando che svaniscano.

Eppure i bidoni ci sono.

Una madre da' delle salviettine ai figli e tutti si puliscono le mani, lasciandole poi andare al vento verso il mare... non abbiamo parole.

Mentre raccogliamo un sacco dopo l'altro, passiamo davanti a varie famiglie e tutti ci guardano straniti, non capiscono cosa facciamo o forse pensano che sia una cosa inutile. Certamente non ci aiutano nell'impresa.

Ma ad un certo punto un bambino di 6/8 anni si avvicina sorridente con un sacchettino e fa cenno che vuole buttarlo!

Maury apre il sacco e lo ringraziamo in varie lingue, contenti che oggi abbiamo fatto la differenza.

Anche se solo per una persona.


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