Oggi è una giornata di avvicinamento, si viaggia lentamente, ci si avvicina ad una metropoli, ci si prepara a stare fermi qualche giorno. In genere non amiamo le grandi cittá per la difficoltá di muoversi con un mezzo di quasi 7 metri, ma basta cercare un parcheggio comodo e ben collocato, per poi non spostare piu' il camper, e la visita di una cittá di 16 milioni di abitanti diventa piacevole e non stressante.
Noi abbiamo fatto così, abbiamo trovato un parcheggio sorvegliato a 300 lire al giorno, circa 9€, luce, acqua e lavatrice incluse, piazzole striminzite a rischio sportellata col vicino, ma non è la vita da campeggio che ci interessa, solo un posto sicuro dove dormire e dove lasciare Bruto durante il giorno per poter andare ad esplorare la cittá a piedi o in bicicletta.
Cosi' questa mattina con calma guidiamo fino al benzinaio piu' economico in zona Silivri, individuato con un'app di confronto prezzi, poi arriviamo in una zona con due supermercati che scopriamo essere simili ai nostri discount degli anni '90: pochi prodotti messi alla rinfusa in scaffali arrugginiti o in ceste di cose miste.
Sembra tutta un'unica cittá, i palazzi e grattacieli di hotel ed aziende iniziano a susseguirsi lungo questa superstrada ad 8 corsie, sulla quale passano ponti pedonali gremiti di gente che sale e scende con scale mobili, tutti diretti verso le fermate del tram che passano ogni 3 minuti: è veramente tanta gente.
Arriviamo facilmente al nostro punto di sosta, ma Maury deve rimanere molto concentrato col navigatore per non sbagliare strada, visto che vogliamo evitare di infilarci in qualche vicolo stretto. Qui ci sono circa 20 camper, tra i quali incontriamo un camion overlander giá visto a Trikala, in Grecia verso Natale.
Giorno 2
Il giorno dopo esco presto per mettermi in coda per la lavatrice, sono la terza, quindi lascio la borsa dei panni a fare la fila al posto mio e torno a fare colazione al calduccio del camper; finisco di stendere verso le 11:00, orario in cui usciamo dal campeggio per sfruttare le ore piu' calde della giornata. Oggi l'obiettivo è il mercato centrale, il "gran bazaar" di Istanbul!
Ci incamminiamo passando per un parco e per alcuni quartieri un po' fatiscenti, rendendoci conto che buona parte della strada da fare è in salita, dopotutto Istanbul sorge su 7 colli. Quindi per strada contrattiamo un taxi per 100 lire, meno di 3€, che ci lascia vicino alla piazza Beyazit, dove abbiamo modo di vedere l'ingresso dell'universitá e l'interno di una bella moschea con un enorme tappeto rosso.
Restiamo nel mercato una buona mezz'ora, ma non è assolutamente incasinato come i suk del Marocco! La galleria centrale è ampia e difficilmente qualcuno ti si avvicina per vendere, i muri sono intonacati di bianco, con delle decorazioni rosse e blu sugli archi, che rendono l'ambiente molto luminoso e un po' freddo a nostro parere. Le strade laterali sono piu' strette ma non tanto ingarbugliate, sembra tutto disposto ad incroci retti, come le cittá romane, quindi persiste il rischio di perdersi ma non troppo.
Dopo aver visto souvenir, oro, gioielli ed infinite copie di magliette e borse di marche famose, usciamo dall'altro lato del mercato, facendo fatica a trovare qualcosa da mangiare, poichè all'interno non c'è cibo. Pranziamo in una stradina in discesa, seduti in diagonale su panchette decorate con cuscini tipici turchi, assaporando una specialitá del posto, il "pide" ovvero la pizza turca, un impasto molto sottile fatto a forma di barchetta ricoperto di carne macinata, che purtroppo ci costa caro data la vicinanza ai luoghi turistici.
Torniamo sulla via principale, dove passano dei tram e dei bus, ma nessuna auto, e ci incamminiamo alla ricerca del famoso pane non trovato nemmeno ieri, ma purtroppo qui ci sono solo negozi di abbigliamento e souvenir. Nemmeno una ricerca su google maps ci aiuta a trovare un fornaio, e decidiamo di puntare verso i piedi della collina, tornando cosi' al nostro campeggio camminando; la scelta si rivela vincente poichè troviamo un minimarket dove comprare un sofficissimo panino e nel frattempo facciamo un po' di movimento visitando un'altra parte della cittá, seppur quasi deserta e trasandata, tanto da farci accelerare in alcuni punti pensando di essere seguiti.
Giorno 3
Stanotte i nostri vicini di camper francesi erano veramente appiccicati alla nostra fiancata e meno male che sono andati via presto, altrimenti non saremmo riusciti a tirar fuori le bici dal retro del camper.
Oggi è una giornata limpidissima, doveva essere freddo e io ho preparato i guanti per andare in bicicletta, invece non mi metto nemmeno la giacca pesante, sembra primavera! Giornata perfetta per godersi la pista ciclabile lungomare e passare il pomeriggio tra le due moschee piu' famose della Turchia.
Maury imposta il navigatore, lo sistema sul manubrio e si parte. Seguiamo una pista che passa giusto dall'altro lato della strada, molto comoda, che fa tutto il giro della parte di Istanbul europea in cui siamo, sulla quale ci fermiamo varie volte per osservare il panorama, le mura fortificate ed infine il continente asiatico sull'altra sponda del Bosforo.
Troviamo un posto dove legare le biciclette e passeggiamo in mezzo a migliaia di turisti, guardando i venditori di caldarroste e mais abbrustolito, lasciandoci tentare solo da un pane col sesamo ripieno di formaggio fresco, il "simit". Sentiamo parlare italiano in ogni angolo, i turisti del nostro Bel Paese sono tutti qui a passare il ponte della befana, addirittura incontriamo un amico italiano che è qui in zona per il famoso intervento ai capelli per il quale i turchi sono specializzati.
Dopo aver approfittato del sole caldo di questo primo pomeriggio, decidiamo di affrontare la lunga coda per entrare ad Agia Sofia; per fortuna scorre veloce e in mezz'ora ci troviamo dentro a questa moschea dall'atmosfera calda e accogliente, riccamente decorata e con tanti lampadari in forma circolare sopra le nostre teste.
Sapete come finiamo la visita della zona? Con un piccolo bazaar all'aperto dove facciamo qualche acquisto: del te' finemente composto di fiori e frutta disidratata, ed un amuleto portafortuna per Bruto, il famoso "occhio turco" che voglio appendere allo specchietto retrovisore.
La bicicletta ci riporta facilmente al campeggio e siamo pronti per nuove avventure.
Bellissimo racconto dettagliato e scorrevole, saluti Egidio sardegna.
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