L'anno non poteva
concludersi ed iniziare in maniera migliore.
Forse merito anche del
fatto che abbiamo festeggiato ben 3 volte! La prima è stata alle ore
22:00 quando, complice la stanchezza, abbiamo deciso che se fossimo
stati alle Seychelles sarebbe stata mezzanotte quindi, con i nostri
nuovi amici Marta e Federico, abbiamo stappato una bottiglia di
prosecco tenuta dall'Italia per l'occasione.
Poi la serata ha preso una
piega inaspettata e siamo stati invitati in una diretta YouTube con
altri amici viaggiatori, localizzati in vari fusi orari, coi quali ci
siamo intrattenuti a parlare fino a tardi, perciò abbiamo brindato
anche alla vera mezzanotte greca, e infine alla mezzanotte italiana.
Siamo poi andati a dormire
con grandi sbadigli consapevoli che per il giorno dopo avevamo un
grande piano.
Chi viaggia a capodanno
viaggia tutto l'anno, era così il detto?
La mattina del primo
giorno dell'anno ci svegliamo ed iniziamo quindi a preparare il
camper per la eventuale ispezione che probabilmente ci toccherà di
qui a 45 minuti.
Puliamo Bruto e
riordiniamo, svuotando anche il frigo poiché non è consentito
portare cibo fresco alla frontiera Grecia-Turchia.
Salutiamo a malincuore i
nostri amici coi quali si è instaurato un bel feeling nei giorni
passati insieme, ma inevitabilmente le strade dei viaggiatori si
dividono, ad esempio noi abbiamo degli itinerari leggermente diversi,
ma non è detto che non ci si incontri di nuovo.
E' una bella giornata e ci
avviamo verso la frontiera con un clima primaverile.
Quando arriviamo ci
instradiamo nell'unica file presente, sulla sinistra della
carreggiata, lasciando libera la corsia di destra come fanno tutti
gli altri.
La maggior parte delle
auto in coda sono targate Turchia e la gente è scesa per strada a
passeggiare e a far passare il tempo chiacchierando in gruppetti
lungo la corsia libera.
Ci sono circa 20 gradi,
decido di scendere anch'io e mi dirigo all'unico bidone della
spazzatura per gettare i nostri ultimi avanzi, notando un cartello
che traduco con Google: chi getta i rifiuti per terra sarà punito
con sanzioni, dice.
Anacronistico, dato che il
suolo ai lati della strada, dentro e fuori il guardrail, è
letteralmente ricoperto di rifiuti di ogni genere.
Approfitto della vicinanza
della gente in piedi per chiedere se qualcuno parla inglese, così un
ragazzo riesce a spiegarmi che la coda è normale, se non addirittura
più ridotta del solito; bene, abbiamo scelto il giorno giusto.
Risalgo in camper e ci
muoviamo a singhiozzo, qualche metro ogni 5 minuti, e finalmente
arriva il nostro turno. Non dobbiamo nemmeno scendere dal mezzo, si
avvicina un agente che guarda dentro al camper e mi chiede di aprire
la porta del bagno, sta solo verificando che non ci siano altre
persone, ma al di fuori di questo nessun controllo al frigo ne'
domande sul cibo trasportato.
Mostriamo i documenti, il
libretto e la carta verde, due timbri e via, siamo in Turchia!
Imbocchiamo una larga
statale ben asfaltata ed andiamo in direzione Istanbul.
Non abbiamo programmato
nulla visto che la decisione di andare verso est l'abbiamo presa solo
questa mattina... quando si dice “all'ultimo minuto” eh!
Proseguiamo quindi in
questa zona piuttosto rurale e molto verde per essere gennaio,
intravedendo qualche piccola cittadina in lontananza, delle quali
riconosciamo solo i minareti che svettano sopra le case, con l'idea
di avvicinarci il più possibile a Istanbul.
Ma da Terkidag in poi il
panorama cambia, iniziano i primi palazzi ed il traffico si fa più
sostenuto, in effetti siamo in una coda chilometrica mentre ormai si
è fatta l'ora del tramonto.
Vedo il sole dietro di me
riflettersi nello specchietto retrovisore al mio lato, con colori che
vanno dall'arancione al cremisi, mescolandosi anche al rosa tra una
nuvola e l'altra.
Manca ancora molto ad
Istanbul e si sta facendo buio, con questo traffico non sappiamo a
che ora arriveremmo, inoltre inizia a farsi sentire la stanchezza
della giornata intensa e della lunga strada, perciò decidiamo di non
guidare oltre.
Ho individuato un paese
lungo la costa che si chiama Silivri, dove c'è un parcheggio gratis
in libera vicino al centro.
Ci arriviamo che è già
buio pesto, all'entrata del parcheggio troviamo una sbarra che non è
manovrata da nessuno, non si alza nemmeno a mano, non ci sono modi
per pagare, ma prima di perdere le speranze notiamo una seconda
entrata al parcheggio perfettamente accessibile.
Ci sistemiamo tra altre
auto ed un furgone camperizzato, in bolla senza usare i cunei, ed
elettrizzati di mettere piede in un nuovo Paese decidiamo di scendere
subito e fare un giro nei dintorni.
Dietro di noi ci sono dei
bagni pubblici a pagamento, dove un uomo con scopa e spazzolone si
muove rapidamente pulendo senza sosta.
Davanti a noi c'è la
strada pedonale lungomare sulla quale si ergono alcuni localini,
quindi ci avviciniamo ed entriamo nel primo che espone un cartello
con qualcosa che sembra cibo.
E' come entrare in un
grande salotto, arredato in stile moderno, con tavoli di legno
levigato e poltroncine imbottite.
Chiediamo subito se si
possa pagare con carta di credito, perché oggi è festa e non
abbiamo potuto cambiare soldi e nemmeno comprare una SIM telefonica
turca, ma il cameriere non capisce nessuna parola di inglese, perciò
ci fa cenno di aspettare e ci manda il proprietario che gentilmente
ci fa accomodare dicendo “no problem”.
Per fortuna hanno anche
internet che ci permette di tradurre un menu' altrimenti
incomprensibile.
Solo dopo aver ordinato un
hamburger e un qualcosa tipo rotolo kebab di pollo, ci guardiamo in
giro e notiamo dei gruppi di ragazzi intenti a giocare ad una specie
di domino, con tessere di legno ma con disegni diversi e colorati, si chiama "okey" detto anche ramino turco. E
fumano.
Eh si, ragazzi qui fumano,
ci rendiamo conto che qui si fuma nei locali, abitudine che ci
riporta indietro nel tempo di circa 20 anni, dato che in Italia era
possibile fino al 2004.
Ma non importa, qualsiasi
cosa ci sembra positiva, dato che stiamo iniziando un viaggio in una
nuova cultura, accettiamo le usanze locali, e quindi la nostra
giornata si conclude guardando fuori dalle vetrate fumose, bevendo un
te' tipico turco, il “cai”, felici ed emozionati perché questo
inizio promette proprio bene.
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