Cedri e scimmie











Non è incredibile pensare che questi alberi sono qui da 600 anni? Noi abbiamo fatto migliaia di chilometri in due mesi e loro sono qui fermi da tutta la vita.
Chissà cos’hanno visto passare sotto i loro rami frondosi e quali eventi hanno determinato la loro diversità, le loro cortecce scalfite o quali animali hanno ospitato.
Siamo arrivati due giorni fa nella foresta di cedri di Azrou, un parco naturale che comprende varie cime montuose vicino a questa cittadina nella regione di Ifrane, a nord-est di Marrakech.
Dopo il caldo intenso e secco della pianura ricoperta da appezzamenti coltivati a ulivi, ognuno col suo mulino e torchio annessi, il richiamo di un po’ di fresco in quota è stato forte.
Questo bosco di cedri secolari si sviluppa a circa 1800 metri di altitudine e permette alle famiglie della zona di fare i classici picnic in famiglia in una zona ombrosa, fresca e rilassante.
Sotto i grandi rami fitti arriva appena il sole, il sottobosco con qualche zona erbosa è l’ideale per sedersi ed aspettare che il tradizionale tagine cuocia sulle braci.
C’è odore di legna bruciata, ogni famiglia prepara il suo fuoco con i piccoli rametti caduti dei cedri e l’aria è imperniata di questo profumo agrumato e selvaggio.
Noi stiamo passeggiando al limitare del bosco, vicino a una radura, ascoltando il crepitare dei fuochi, il vociare in una lingua della quale non captiamo ancora nessun vocabolo, lo scricchiolio di legno e cortecce sotto ai nostri piedi e il cinguettio di molte specie di uccelli.
Ogni tanto ci passa vicino una nube di fumo denso, carico di spezie utilizzate per condire la carne e le verdure ben sistemate nelle classiche pentole di terracotta.
Vorremmo un te alla menta, come ieri, ma la signora che ieri lo vendeva non c’è.
Per 10 dírham ci aveva portato un vassoio con la teiera argentata, i bicchieri di vetro e la classica zolletta di zucchero oversize.
Ci aveva fatto accomodare su un tavolino di plastica vicino alla stufa dove stava cuocendo il pranzo per tutta la famiglia: lei con un grande grembiule affaccendata con le pentole, i bambini scorrazzavano in bicicletta e altri parenti riposavano sulle panchine di pietra messe a disposizione dal parco.
Poi è stato il momento delle scimmie.
Una colonia di bertucce abita questa foresta e salta da un ramo all’altro facendo strani versi brevi e acuti.
Tranne quando arrivano i pullman dei turisti sul ciglio della strada: allora scendono dagli alberi e si avvicinano in cerca di cibo.
Qualcuna è diffidente, ma molte sono ormai abituate alla vicinanza con gli umani, perciò qualcuna si fa autrice di piccoli furti di cibo, occhiali, cellulari…
Anche noi gli allunghiamo qualche nocciolina ma senza toccarle, solo per guardarle da vicino, incuriositi da quegli occhi espressivi che, quando incontrano il nostro sguardo, sembrano in procinto di iniziare una conversazione.
Con questo pensiero un po’ inquietante le lasciamo alle loro attività, mentre i venditori della zona ci spiegano che i due piccolini appena nati hanno solo una settimana di vita.
Due chiacchiere con il gentilissimo signore che vende fossili e minerali ci confermano la gentilezza e l’ospitalità di questo Paese.
Intanto continuiamo a cercare la signora del te, ma nessuno vende te… nessun bar improvvisato in vista.
Di colpo ci viene il dubbio che quello che ci abbia servito ieri fosse il te preparato per loro.
Choukran famiglia.

Commenti

Posta un commento

Facci sapere cosa ne pensi! Leggiamo tutti i commenti con piacere