Parcheggi.
Tanti parcheggi.
Quasi ogni giorno cambiamo parcheggio.
Sto pensando a questa parola, qualcuno ieri mi ha chiesto se non fosse uguale stare parcheggiati a Marbella, dove vivevamo fino a poco tempo fa.
Certo … anche lì ci sono bei panorami.
Ma il nostro viaggio non è assolutamente la ricerca di bei panorami!
“Parcheggio” è solo una parola utilizzata per identificare il posto dove ci fermiamo per dormire.
A volte è asfaltato, a volte sterrato e disconnesso. Capita di doversi livellare con cunei improvvisati, per evitare di avere il sangue alla testa mentre si dorme.
Può essere vista muro o supermercato, ma può anche essere al bordo di una strada trafficata.
Molte notti sono silenziose, altre si viene svegliati dai continui abbài dei branchi di cani randagi.
È possibile che venga qualcuno a bussare, che siano guardie o anche curiosi, una volta erano bambini che cercavano cioccolato.
Altra incognita sono i vicini, possono arrivare in qualsiasi orario, mettersi attaccati alla tua porta oppure puoi non vedere anima viva per giorni.
Stamattina per esempio posso vedere distintamente le conchiglie sulla spiaggia di fronte a me. Miliardi di cocci scricchiolanti di conchiglie bianche e rosate, con sfumature ocra, rotti dalle onde atlantiche o dai passi della gente ricoprono questa baia.
Questa piccola vallata si incanala tra le colline di Mirleft, digradando verso il mare, in una depressione del terreno che poteva essere un fiume tempo fa.
Arrivati a livello del mare si apre un piccolo piazzale sterrato, prima che inizi una distesa di sabbia fine, incorniciata da alte rocce e qualche scoglio staccatosi dalle pareti.
È la prima volta da quando siamo in Marocco che vedo alcuni ombrelloni fissi; sono di paglia e si integrano nel paesaggio ma non li usa nessuno in questa mattinata di fine marzo.
Il sole è già alto alle 9:00, apro tutte le finestre e respiro la brezza del mare.
Mi organizzo per andare in paese a comprare il pane, poi visiteremo le rovine di un castello sulle colline alle nostre spalle che era un avamposto francese 90 anni fa. Giorno per giorno studiamo il territorio, vediamo panorami nuovi, decidiamo che strade percorrere, leggiamo la storia e impariamo qualcosa.
Impariamo anche parlando con la gente del posto: ieri abbiamo parlato con un uomo che produce gioielli berberi con una particolare lega di argento, con un altro che fa lavori di carrozzeria nel paese dopo e con un altro che è ornitologo e accompagna i turisti.
I racconti di ognuno ci arricchiscono in una maniera che va vissuta per essere pienamente compresa.
Con questa breve descrizione volevo raccontare una piccola parte della nostra quotidianità, che fa di questo tipo di viaggio un’esperienza diversa ogni giorno.
Non è adatto a tutti, ma è esattamente quello che cerchiamo: esperienze.
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