Scendo dal letto basculante, rotolandomi tra le coperte arruffate e lasciando il loro tepore allungo una gamba, la sporgo oltre il materasso arrivando a mezz’aria per poi scivolare sul divano appena sotto.
Mi siedo a gambe incrociate e mi stiracchio.
Mi sento riposata, è la prima notte che non mi sveglio nemmeno una volta.
Oggi la vista dalla dinette è spettacolare, siamo su una scogliera a picco sul mare, in una spiaggia remota a sud di Dar Bouazza, alla fine di un lungo sentiero sterrato che abbiamo percorso ieri mattina.
Il mare è agitato, le onde marroni si infrangono con schianti scroscianti, il cielo è grigio e le nuvole lanuginose non lasciano spazio al sole.
È il posto perfetto per rilassarsi e la cosa divertente è che è il primo posto che abbiamo scelto noi guardando google maps e che non è segnalato in nessuna app o guida di viaggio in camper.
Sorseggio il mio caffellatte fumante e penso alla fortuna di essere qui in Marocco, di essere riusciti a coronare il sogno di partire senza meta ne’ programmi, con un camper che ci ha dato mesi di lavoro da fare.
La fortuna è quella di poter fare un’esperienza nuova, non quella di vedere solo cose belle; vorrei che questo concetto fosse chiaro ai più romantici sognatori che pensano di partire in camper ed essere catapultati automaticamente in un account Instagram.
Infatti uno spot come questo ci è capitato solo un paio di volte da quando siamo arrivati a Tangeri.
Molte volte nei posti fronte mare è venuta la polizia a mandarci via, col pretesto che non era sicuro.
Altre volte erano posti privati che chiudevano dopo il tramonto.
Altri giorni abbiamo scelto freddi parcheggi di centri commerciali dove avevamo la connessione internet, ma dove la vista era solo asfalto, e perfino lì le guardie ci hanno detto che non potevamo stare.
Nemmeno la scelta dei benzinai è certa, una volta la Shell aveva un cortile sul retro tranquillo e silenzioso, altre volte erano stazioni di servizio sulla statale, nelle quali ci siamo parcheggiati vicino ai camion per attutire un po’ i rumori della strada.
I campeggi: sicuramente adesso starete pensando “andate in campeggio” che è una cosa che valutiamo sempre in ogni posto in cui ci fermiamo.
Ma sappiate che spesso quello che chiamano campeggio, qui è solo un area di sosta senza servizi, poco più che un parcheggio, a volte a pagamento solo per avere una guardia.
Ma non è quello che ci serve, ci siamo sempre sentiti sicuri e non abbiamo paura della gente.
Forse perché tutti sono amichevoli o forse perché non abbiamo nulla da rubare!
Ad ogni modo questa vuole essere una prima valutazione sulla questione “dove dormire” che ci chiedete in tanti; magari questa sincerità può essere una doccia fredda per qualcuno, ma può sicuramente essere utile presa come esperienza personale, che comunque può cambiare per ognuno.
Tirando le somme: non si sa mai dove si può dormire.
E adesso vado a lavare le tazze che tra poco si riparte.
Ciao Marco da Pisa! Nei primi giorni cercavano Wi-Fi nei bar e ristoranti, e devo dire che tutti ce l’avevano. Poi abbiamo comprato una SIM della Orange ma costava 1€ a giga. Alla fine abbiamo trovato un abbonamento con INWI e abbiamo giga illimitati. La copertura per ora è ottima! Anche in deserto abbiamo internet.
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